Il giovane, che stava scontando una pena di 4 anni di reclusione per il reato di spaccio di droga, beneficiava degli arresti domiciliari in luogo della detenzione in carcere ma, a ragion veduta poi, i relativi obblighi a lui imposti non avevano il carattere della “perentorietà”. Il 21enne, infatti, dal mese di marzo dello scorso anno si è reso autore di ben 13 evasioni riscontrate, nonostante la presenza del braccialetto elettronico per la sua immediata localizzazione fuori dal perimetro della propria abitazione. In particolare, nelle ore serali e notturne il giovane, comunicava telefonicamente alla Caserma dei Carabinieri di accusare un malessere fisico e, per questo motivo, di aver necessità di recarsi in ospedale per un controllo medico, ovviamente, la ripetitività delle richieste ha chiaramente ingenerato agli investigatori un, più che lecito, dubbio. Ed è in tale contesto che i militari hanno iniziato ad approfondire gli accertamenti quindi attraverso un’attenta analisi del tracciato GPS del braccialetto elettronico indossato dal detenuto, confrontato con la documentazione acquisita presso la struttura ospedaliera, che riportava gli orari di entrata e di dimissione, hanno potuto accertare che il giovane uscito dall’ospedale si intratteneva, sino alle prime ore del mattino, con i suoi “vecchi amici”.
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